Review of Ballads Of The Research Department [12k1068]

Ondarock (IT)

Nato come uno dei tanti side project del poliedrico Craig Tattersall (Hood e The Remote Viewer nel suo CV), The Boats si è rivelato negli ultimi tempi in realtà il suo pseudonimo più coccolato e ricercato: quattro dischi in quattro anni, una crescente attenzione da parte degli aficionados del genere e il recente approdo in casa 12k (etichetta che sta vivendo un’interessante evoluzione, alla ricerca di vie “altre” rispetto a quell’elettronica che l’ha resa celebre – ma questa è un’altra storia).
“Ballads Of The Research Department” è un nuovo coraggioso passo avanti, alla ricerca di una forma definitiva e personale: quattro suite che provano a combinare astrazioni ambient, quadri neoclassici a colori vividissimi e brevi fughe in odor di post-rock, cercando di portare anima e dolcezza nell’asettico ambiente notturno di un dipartimento scientifico, da cui il progetto prende ispirazione.

Si inizia tra le auree droniche di “The Ballad For Achievement”, delizioso gioco di ascensioni e cadute libere, dalle galassie direttamente alla veneziana socchiusa del proprio studio, non troppo lontani dai carillon islandesi dei primissimi Múm. I primi momenti di “The Ballad Of Failure”, con i vocals di Chris Stewart, invece non possono non richiamare gli arpeggi emotivi e intimissimi dei Bark Psychosis, ma deviano però subito dalla forma canzone per regredire a un dilatato sfondo ambientale, imbiancato da un leggerissimo strato di nevischio. “The Ballad For The Girl On The Moon” è quindi una vignetta minimalista per poche, basinskiane, note di piano in dissolvenza, trascinata altrove dal dolcissimo violoncello di Danny Norbury, alla volta di un pigrissimo panorama invernale, scosso solo sul finale dalla morbida batteria campionata di Tattersall.
Il quarto e ultimo tassello è infine “The Ballad Of Indecision”: i tenui vocalizzi di Cuushe su sfondo glitch avvolgono caldi come una coperta, prima di raccogliersi in una malinconica serenata cameristica, in cui ci crogioliamo fino a toccare quasi i dodici minuti.

Difficile dire se “Ballads Of The Research Department” riesca realmente nel compito di portare un’anima al tetro dipartimento di ricerca, di sicuro Tattersall e soci hanno tirato fuori uno di quei dischi che ha la capacità di calmare e portare quiete, sviluppando un’idea diversa, intima e calorosa, di musica per ambienti.

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