Review of Perpetual [12k1082]

Carnage News (IT)

Gli Illuha, duo costituito da Corey Fuller e Tomoyoshi Date, si incontrano con Taylor Deupree in una torrida estate giapponese. Lo scenario è il palco dello Yamaguchi Center for Arts and Media. Il protagonista della serata per festeggiare il decimo anniversario dell’istituto era Ryuichi Sakamoto, raggiunto dal manipolo di musicisti sopra menzionato. Il contenuto: un live di improvvisazione che include pianoforte, chitarra, organo e sintetizzatori. I musicisti, non avendo mai suonato assieme prima di allora, tornano al livello di ascolto, per poter produrre musica. Il grado zero di ogni composizione risiede nel primigenio ascolto attento, l’ascolto creatore che, come la vista, permette di muoversi e creare il contesto circostante.

Perpetual è il titolo di questa composizione live, divisa in tre movimenti. Sarebbe folle narrare lo sviluppo di un simile collettivo, di una serie di evoluzioni che mettono l’ascoltatore in uno stato di sospensione ed apnea (un po’ dovuta alla “spessa” aria respirabile di luglio; un po’ per l’astrattismo – che, come spesso accade, si rivela massimamente concreto – sonoro emesso dai vari strumenti) che, come l’ovatta, circonda l’animo in una rassicurante luce pallida e distribuita.

Riassumibile è l’eco, che fa da collante a tutti gli strumenti (la rumoristica di piccoli oggetti sempre presente, come un pulsare vitale, da parte del duo sostiene l’emersione e la scomparsa delle parti tra loro equilibrate). Il pianismo di Sakamoto è impressionistico e ben si incastra con le pulsazioni elettroniche e con la corda in tirare dell’organo, le sue sirene/segnali, in equilibrio, nonostante si possa pensare al perpetuum mobile. Ma nulla si allontana di più dal movimento: in Perpetual ci si riferisce alla stasi, alla natura morta che si rifrange sotto un chiaro fascio di luce. Ciò che noi vediamo normalmente è, in questo disco, portato al suo livello più alto, ne rimane la parte essenziale, la parte che non potrà mai essere scalzata, tolta, sottratta. Perché questo lavoro non tenta di sommare le parti, ma di farle dialogare nella loro lenta sottrazione fino “al livello successivo”.

Triade indistruttibile, Perpetual salva tutta la dignità dell’improvvisazione collettiva mettendo in scena l’intimismo del singolo che non ha nulla da invidiare ad artisti che vanno per la maggiore e il cui lirismo sembra essersi perso per strada poiché quello che avevano da dire lo hanno già detto, o forse perché hanno perso l’occasione di star zitti e attendere il momento propizio. Ebbene, il silenzio è d’oro, come quello che rimane nell’esecuzione e nell’ascolto di questo live. Il silenzio è il letto su cui questa musica dorme. Ascoltiamo, dunque, silenziosamente.

View Website View Release