Review of Solstøv [12k1081]

Carnage News (IT)

Interamente costituito dal suono dello strumento a fiato, sia al naturale che processato, “Solstøv” è un generatore di suoni sfumati partendo da materiale originale.

“Pulviscolo atmosferico”, potrebbe essere la traduzione adatta del titolo del disco Solstøv (parola composta da sole + polvere), ultima opera del duo norvegese Pjusk. Un album che interroga in maniera specifica la fecondità di un suono: la tromba. Un disco unico nel suo genere, diverso e ben contestualizzato (“rinchiuso”, nella sua specificità) che si dedica completamente alle sonorità della tromba suonata da Kåre Nymark. Interamente costituito dal suono dello strumento a fiato, sia al naturale che processato, Solstøv è un generatore di suoni sfumati partendo da materiale originale. Il duo gioca difatti sui rilasci, sugli armonici dello strumento e sulla speculazioni di piccoli elementi fino a disegnare macromondi (dal micro al macro, suggeriscono Rune Sagevik e Jostein Dahl Gjelsvik – componenti di Pjusk).

E proprio dal micro si parte, come suggerisce la copertina di Marianne Morild , come se si prendesse una lente d’ingrandimento e facessimo passare la luce del sole attraverso essa. La luce si smista, si sporziona nel suo luminoso fragore. E se qualcuno parla di suono glaciale, solo in parte esaurisce la varietà di dinamiche del duo, delle loro infinite gradazioni. C’è molto altro: frammenti di luce, nebbia, gelo, calore, tenebra, colore, grigiore, sospensione, movimento, tutto quello che subisce un ambiente vissuto (mai rimane statico, ma sempre si modifica) ed è proprio qui che colpiscono i Pjusk: nella creazione di soundscape – che poi sia la Norvegia, piuttosto che la Nuova Zelanda, è affare esclusivamente degli autori. L’ascoltatore può prenderne atto, ma immedesimarsi completamente in uno scenario fin troppo specifico, è questione fuorviante.

La geografia possiede vicinanza e lontananza, ma questo disco raffigura la distanza (che è cosa diversa, è percettiva, è sensoriale, sentimentale, che non si lascia misurare da porzioni e unità, ma che è già olismo (tutto e tutti sono presi in un sol colpo). Un solo fiato può rifrangere panorami.

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