Blow Up (IT)
A distanza di un anno e mezzo dall’ omonimo CD su Häpna (e a poco meno da Group, realizzato con gli EKG), Giuseppe Ielasi torna con un disco che prosegue il cammino ‘narrativo’ li intrapreso e gia portato a perfezione. La sua musica è ormai distante dall’improv tutta schizzi e screzi con cui si fece conoscere tanti anni fa; per definirla oggi non viene nulla di meglio che “ambient”: strumentale, lenta e per lo piu quieta e tranquilla, spesso cosi riflessiva da apparire meditabonda (la terza traccia – sono tutte senza titolo) e solo per brevi tratti leggermente increspata dalle escrudescenze glitch del tempo che fu (la seconda). Un suono autenticamente “cosmico”, termine da leggere esattamente come lo si intendeva per i krauti di quais quarant’anni fa; ma rovesciandone l’afflato dall’esterno all’intimo, come se quello da esplorare fosse l’universo mentale interno e personale (la quinta traccia, la piu bella). Mutazioni di Tangerine Dream, semi sparsi di Popol Vuh, talvolta tocchi che puntano (forse inconsapevolmente, come è capitato di pensare anche per i due recenti lavori dei 3/4 hadbeeneliminated) a construzioni progressive e a una “serieta” di fondo limitrofa al sentiment (alism) o di certa new age (la terza traccia, con imbarazzanti svenevolezze di tromba). Non appaia offensivo il parallelo: anche “allora”, tanti decenni fa, si trattò di un percorso limpido e lineare che dalle spinte in avanti degli esordi porto pian piano molti musicisti a farsi utensile di/per meditazioni estemporanee. Il disco resta comunque un bell’ascolto, anche se la direzione intrapresa (insieme facile da realizzare, acomodante e “remissiva” emotivamente) convince solo fino a un certo punto. – 6/7 Stefano I. Bianchi