Blow Up (IT)
Riferendoci al contributo dei novegesi Pjusk alla compilation Blueprints, l’avevamo definito – perdona – te l’autocitazione – altero rimestare ipnagogico. L’impressione è confermata dal disco d’esordio di Jostein Dahl Gjlsvik e Rune Sagevik che vede la luce proprio su 12k e che si uniforma ai dettami di quell’estetica post o meta-digitale di cui l’etichetta newyorchese è tra le interpreti piu titolate. Un passato remoto vicino ad ambienti techno (Neural Network, Circular, etc.), poi una decisa sterzata verso altri lidi, ora come ora i due nordici diluiscono la materia elettronica in un composto di suono sporco e sfilacciato, cosi come masticano le astratte melodie di eventuali strumenti acustici (chitarra, flauto, occasionalmente anche la voce…) in un estenuante ruminare di polveri sabbiose, rendendole simili a relitti che emergano qui e là nel mare in tempesta a fare da approdi imprevisiti benché provvisori. (7/8)