Blow Up (IT)
La musica degli australiani Seaworthy somiglia – proprio come da ragione sociale – a quelle piccole imbarcazioni in apparenza fragili, gusci di noce cui non daresti una chance di tenere il mare, eppure talmente solide da permettere traversate ed imprese che mai ti aspetteresti. Riflessive, sospese, friabili, le tessiture ordite dal trio di Sidney tramite oppiacei loops di chitarra, drones gentili, melodie pianistiche, errori occasionali, fruscii di nastro, elettronica e field recordings vanno a incastonarsi a pennello nell’estetica della 12k come va a delinearsi, riveduta e corretta alla luce di un post-rock evoluto, nel decimo anno della sua esistenza. Una composizione in sette movimenti, più prologo, epilogo e reprise, con brevi registrazioni d’ambiente mattutine e crepuscolari poste in apertura e chiusura del disco, dove si respira l’aria pura e rarefatta dell’alta montagna, lì lì sul punto di sfaldarsi nondimeno di per sé capace di togliere e tagliare il respiro. (7/8)