Review of Disappearance [12k1076]

Rockerilla (IT)

Sembra ormai un dato di fatto, qualcosa di normale anziché di cui sorprendersi: Taylor Deupree non sbaglia un disco  e la sua 12k non sbaglia un’uscita, per lo meno da un anno e mezzo. Reduce da quel gioiello di delicatezza naturalistica  conceptio al finaco di Seaworthy che era stato <i>Wood, Winter, Hollow,</i> il musicista americano porta ora a compimento un sodalizio da mille e una notte con il semprevivo Ryuichi Sakamoto. <i>Disappearance</i> torna a mettere l’accento su quel lato isolazionista e oscuro della sua musica messo un po’ da parte negli ultimi lavori, pur mantenendosi improntato alla materia ambientale. Il giapponese si siede al pianoforte sfoggiando una prestazione decisamente  simile a quelle raccolte nelle collaborazioni con Fennesz: a circondare le sue dissonanze amorfe vi sono però grovigli  di field recordings e delicatissime nebulose melodiche. Docile e levigata è l’apertura di Jyaku, tra rintocchi e crepitii, pronta a sfociare nella lamina ghiacciata e tintinnante di Frozen Fountains. Più oppressiva e sinistra è la fangosa Ghost Road, dove il piano di Sakamoto diviene pungente fra gli schizzi atonali di Deupree, per poi mantenersi impavido anche in gran parte di This Window, alla fine della quale affiora però una luce fioca, Un cuore pulsante anima il paradisiaco dissiparsi di flussi melodici di Curl To Me, capolavoro cullato dagli eterei vocalizzi di Ichiko Aoka che conclude un album SUBLIME.

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