Review of Between You And The Shapes You Take [12k1078]

Ondarock (IT)

Figura di spicco dell’universo sonoro elettroacustico ma impegnato in più discipline artistiche, Stephen Vitiello non è mai riuscito a godere della notorietà di quei colleghi che si è soliti ricondurre alla definizione. Sarà forse la poca familiarità con ambienti pubblici che non siano le aule della Virgina Commonwealth University (dove è titolare di cattedra in fotografia cinetica), o il fatto che si tratti di uno dei pochi musicisti, in un filone in continua espansione, a incentrare la sua ricerca sull’evocazione e la suggestione anziché sullo spasmodico tentativo di suonare avant. Il tutto nonostante un curriculum in grado di vantare collaborazioni di ogni genere a livello musicale (Pauline Oliveros, Scanner, Machinefabriek) e non (Nam June Paik, Julie Mehretu, Tony Oursler, Joan Jonas) e una lunga lista di esibizioni, mostre, commissioni e premi di prestigio.

A questo si aggiunga un altrettanto copioso elenco di etichette che dal 1995 hanno fatto a gara per accaparrarsi la pubblicazione di suoi lavori: Sub Rosa, Dragon’s Eye, Nuun, Crónica, Farpoint e 12k. Proprio il gioiello capitanato da Taylor Deupree è diventato da qualche anno a questa parte il veicolo principale per la coppia formata dal compositore e da Molly Berg, ex-collaboratrice di gente come Fuzzy Baby e Hotel X lanciata a tutti gli effetti proprio grazie ai lavori con Vitiello. Il passato del sodalizio fra i due passa attraverso esibizioni e performance per arrivare in chiusura di 2013 a “Between You And The Shapes You Take”, una perla di delicate e raffinatissime tessiture ambientali per chitarra acustica, field recordings, droni e vocalizzi.

La direzione è la medesima intrapresa dalla label in gran parte delle sue uscite più recenti, dalle collaborazioni del suo fondatore con Seaworthy e Sakamoto alle punte di diamante nipponiche Illuha e Moskitoo, dove elettronica, sample e suoni organici vengono modellati in un amalgama sublime e delicatissimo. È forse la visione più squisitamente romantica della materia musicale ambientale che sia mai stata prodotta, qui declinata in principio dalla gemma “From Here”: clarinetto, violino, chitarra, vocalizzi e droni eretti a sfumature di un acquerello splendido. Il contatto con la contemporaneità è garantito dalla vicinanza alla modern classical (Peter Broderick via Machinefabriek), riproposto anche nell’alba submarina di “Recap (With Violin)”.

Il cuore più puro del loro sound si manifesta in “Five (Was 5)”, dove l’autunno si palesa fra foglie in caduta che in “Black Again” prendono la forma dei saliscendi vocali di Berg e in “Radio Flyby” quelli di clarinetto e sample. La nebbiosa “Voice L-” e il sussurro di “Baritone Final” inscenano rispettivamente un sogno lucido ambientato nel vuoto e la culla in cui esso si propaga, lasciando a tre capolavori lo scopo di chiudere il disco. “Clarinet Assembly” viaggia verso un isolazionismo emotivo fatto di sola elettronica, “Easy Travel” torna alla natura spostandosi dal bosco all’umida riva di un fiume, prima del tramonto decisamente meno laconico e più rasserenato di “Another End”. Una lezione di grazia, delicatezza e capacità evocativa, l’ennesima firmata 12k. Un nuovo tassello di quella che è forse l’espressione più significativa dell’ambient music contemporanea.

View Website View Release