Review of Perpetual [12k1082]

Music Won’t Save You (IT)

Tre lunghi movimenti catturati dal vivo nel corso di un’esibizione della scorsa estate espandono a nuovi partner creativi l’esperienza collaborativa già posta in atto da Taylor Deupree e Ryuichi Sakamoto in occasione del loro “Disappearance” (2013). Accanto ai due navigati artisti, un altro duo ormai di casa per l’etichetta 12k, gli Illuha di Corey Fuller e Tomoyoshi Date che da progetto a distanza si sono trasformati in continuativo progetto in compresenza in occasione dell’intrigante “Akari” (2014).
L’incontro contemporaneo è stato per i quattro musicisti un’esperienza inedita, la cui valenza è amplificata proprio dalla registrazione in presa diretta delle improvvisazioni da loro condotte e catturate nei cinquanta minuti di “Perpetual”.

Nelle tre pièce gli universi sonori dei quattro musicisti sono condensati in una materia sonora viva e cangiante, nella quale i contributi singoli si disperdono in una sintesi nella quale synth e chitarre processate delineano la base sulla quale gravitano field recordings in sospensione e minute irregolarità elettro-acustiche. Ciò non implica che non siano riconoscibili, ad esempio, le armonie pianistiche di Sakamoto o l’abituale approccio organico al suono da parte di Deupree e le sculture in movimento degli Illuha; soltanto tutti questi elementi sono sottoposti a un incessante processo di ricombinazione lungo il corso dei tre movimenti del lavoro.

Benché il primo sia maggiormente popolato da screziature sonore prodotte da oggetti e field recordings e il secondo sublimi esili drone in particelle di vapori cosmici, in entrambi non mancano di affiorare suadenti modulazioni e frammenti acustici che li ammantano di una grazia incantata, del resto coerente con il contesto del centro artistico Yamaguchi, nel quale l’esibizione che ha dato luogo a “Perpetual” si è svolta. Una sensazione ancora più spiccata di fragile delicatezza promana dal movimento finale, ricamato dalle note del pianoforte incorniciate da texture nebbiose, in perfetto equilibrio tra naturalismo ambientale ed elettro-acustica microtonale.

Proprio la bilanciata naturalezza delle improvvisazioni di “Perpetual” costituisce il risultato più lusinghiero dell’operazione, che rende emblematico come l’interrelazione t

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