Review of Faint [12k1073]

Music Won’t Save You (IT)

A conclusione di un anno – il 2012 – particolarmente ricco di uscite che hanno ridisegnato i confini della sua etichetta 12k (basti citare i dischi di Simon Scott, Gareth Dickson, The Boats, Kane Ikin), Taylor Deupree ha dato alle stampe un nuovo lavoro a proprio nome, che non solo chiude idealmente il cerchio delle produzioni dell’annata ma ne suggella l’impegno concettuale, dedicato per quasi tutto il corso dell’ultimo decennio alle tematiche dell’evanescenza e della variabilità.

Riducendo sempre più il profilo elettronico e ritmico delle sue creazioni, l’artista americano si è progressivamente discostato da composizioni pervase da increspature irregolari per accedere a un’idea di musica concreta nella quale i field recordings costituiscono la tavolozza per immagini sonore dalla grana sempre più esile.

È appunto quel che avviene nei cinque brani di ”Faint”, che si sviluppano su una durata media di poco superiore ai dieci minuti, quanto basta per sviluppare paesaggi ambientali in prolungata sospensione, immersi in una quiete eterea appena ricamata da field recordings, tenui screziature e note acustiche di preziosa bellezza.

La satura dimensione nebbiosa dell’iniziale “Negative Snow”, l’onirica leggerezza di “Dreams Of Stairs”, l’evocazione di “Shutter” e i riverberi di “Thaw” incarnano così le molteplici declinazioni di un’ambient music finissima, riassunte in miniature che avvolgono in una dimensione immanente di puro suono.

In “Faint” – la cui edizione deluxe è completata da un secondo cd contenente una variazione di trentotto minuti di “Thaw” – Deupree pare aver raggiunto una provvisoria conclusione di un percorso che l’ha condotto qui a operare seguendo trame non meno complesse che in passato, soltanto dipanate attraverso movimenti lenti e di tutta evidenza molto ponderati. La sua accuratezza nel modellare in tal modo suoni e oscillazioni minutissime fa dunque di “Faint” un’opera perfettamente bilanciata tra ricchezza sonora e delicatezza ipnotica: l’ambient music di Deupree non è mai stata così fragile e compiuta.

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